Il mondo del lavoro oggi non definisce una particolare o singolare mansione. Tutti devono essere flessibili nel creare nuove competenze in base alle necessità che sopraggiungono in base ai bisogni che le aziende ne richiedono.
Pensiamo solo alla conoscenza delle lingue straniere; oggi 99 annunci su 100 richiedono la buona conoscenza almeno della lingua inglese, oltre a quelle informatiche e così via.
Però, non solo è sufficiente conoscere i tools per avere soluzioni a portata di mano, ma è altresì utile dare soluzioni ai problemi che la società ci richiede in quanto le normative cambiano, nuove esigenze sostituiscono le precedenti, processi interaziendali modificano e sostituiscono quelli precedenti di non più di un decennio.
Insomma, è una questione complessa e dibattuta. Alcuni ritengono che la diffusione delle competenze possa effettivamente diluire la specializzazione e ridurre la profondità delle conoscenze in un determinato settore, con conseguente impatto sulle prestazioni individuali. Tuttavia, c’è anche un’argomentazione a favore della polivalenza e della flessibilità delle competenze, specialmente in un mondo del lavoro in rapida evoluzione.
Le competenze diffuse possono consentire alle persone di adattarsi più facilmente a nuove sfide, di lavorare in team multidisciplinari e di acquisire una visione più ampia e interdisciplinare dei problemi. Inoltre, con l’avvento della tecnologia e dell’automazione, alcune competenze specializzate potrebbero diventare obsolete più rapidamente, mentre le competenze trasversali come la comunicazione, la risoluzione dei problemi e la capacità di apprendere in modo continuo diventano sempre più importanti.
Quindi, mentre è importante mantenere un equilibrio tra competenze specializzate e trasversali, l’acquisizione di competenze diffuse non necessariamente comporta una diminuzione della qualità o delle prestazioni della persona, ma piuttosto può preparare meglio le persone per affrontare un ambiente lavorativo in continua evoluzione.