Due manager, prima dell’estate. hanno svolto uno dei nostri corsi in Tecniche di Negoziazione. Carlo L. lo ha trovato così interessante da utilizzarlo alla prossima riunione condominiale perché ritiene molto più semplice negoziare coi clienti (e forse perché entrambi cercano un accordo tra le parti) piuttosto che durante le assemblee condominiali dove risiede un arbitro (l’amministratore) se volgiamo chiamarlo tale e tanti piccoli dissapori tra gli stessi condomini (a volte schierati in due o più gruppi).
Noi di Algoservices prendendo spunto da una riflessione di un nostro corsista, abbiamo cercato di valutare i pro ed i contro a quel fenomeno che per quanto duri una sola volta all’anno fatto salvo per le assemblee straordinarie, non produce ruoli efficaci e vantaggiosi per le parti.
Le assemblee condominiali sono spesso terreno di discussioni animate, in cui i condomini tentano di far prevalere le proprie opinioni su questioni comuni. Tuttavia, è un fenomeno comune che molti di questi individui, dopo aver imposto il proprio punto di vista durante l’assemblea, non si impegnino attivamente nella gestione condominiale durante l’anno.
Ma perché accade questo?
1. Il contesto dell’assemblea: un momento di visibilità
L’assemblea condominiale è uno degli eventi in cui i condomini possono esprimere apertamente le proprie opinioni e farsi ascoltare dagli altri. In questi momenti, alcuni individui sentono l’urgenza di affermare le proprie idee, spesso con l’intento di salvaguardare interessi personali, piuttosto che pensare al bene comune. Questo comportamento può essere motivato da vari fattori:
- Desiderio di controllo: Alcuni condomini cercano di esercitare un’influenza maggiore rispetto ad altri perché vogliono sentirsi parte attiva nelle decisioni, anche se la loro partecipazione si esaurisce durante l’assemblea.
- Percezione di urgenza: Durante le assemblee, i condomini possono percepire le problematiche condominiali come più urgenti o critiche rispetto a come le vedono nel quotidiano. In quel contesto, i problemi sembrano richiedere soluzioni immediate e definitive, portando ad una mancanza di volontà nel negoziare.
2. L’assenza di impegno durante l’anno
L’imposizione delle proprie idee durante l’assemblea è spesso accompagnata da una mancanza di coinvolgimento nel periodo successivo. Questo disimpegno può essere attribuito a diversi fattori psicologici e pratici.
- Percezione del proprio ruolo: Alcuni condomini vedono la loro partecipazione all’assemblea come l’unico momento in cui debbano fare chiacchiere banali per occuparsi del condominio. Per loro, una volta espressa la propria opinione, non è più necessario fare altro. È una forma di “delegazione passiva” in cui ci si affida all’amministratore o agli altri condomini per la gestione quotidiana.
- Carico mentale limitato: Partecipare attivamente alla vita condominiale richiede un impegno mentale e pratico durante tutto l’anno cosa che non tutti sono disposti ad affrontare. Dopo aver dato la propria opinione all’assemblea, molti condomini si ritirano perché ritengono che, avendo fatto la propria parte, non sia necessario fare altro.
- Comodità e disinteresse: Alcuni individui preferiscono limitare il proprio coinvolgimento alle questioni più immediate e visibili. Una volta risolta una questione durante l’assemblea, tendono a disinteressarsi delle problematiche minori o quotidiane, a meno che non si presenti nuovamente una situazione di emergenza che li colpisca direttamente nel proprio portafoglio.
3. Dinamicità sociale e gestione dei conflitti
Le assemblee condominiali rappresentano anche una micro-dinamica sociale in cui emergono conflitti, coalizioni e giochi di potere. Alcuni condomini cercano di far valere il proprio punto di vista per affermarsi nel gruppo, mentre altri preferiscono evitare scontri e passare inosservati. In questo contesto, si può osservare una dinamica simile a quella dei gruppi sociali. (si legga al riguardo “Esperienze nei Gruppi” di Wilfred R. Bion: è Utilissimo)
- Strategie di confronto: Alcuni condomini adottano una strategia di confronto diretto durante l’assemblea, cercando di imporre la propria volontà per evitare discussioni successive. Questo atteggiamento può portare a una diminuzione della negoziazione, poiché prevale l’idea di “vincere” su una questione piuttosto che trovare un compromesso.
- Conflitti latenti: Spesso, i condomini che si impongono durante l’assemblea sono coloro che hanno conflitti latenti o personali con altri condomini. L’assemblea diventa quindi il luogo in cui si manifesta la frustrazione accumulata, ma una volta conclusa, il conflitto si attenua, almeno temporaneamente, e viene seguito da una fase di inattività.
4. Il ruolo dell’amministratore di condominio
Un altro aspetto che contribuisce a questo fenomeno è il ruolo dell’amministratore, che spesso diventa il punto di riferimento per la gestione pratica del condominio. I condomini tendono ad affidarsi anche troppo a questa figura professionale per risolvere le questioni operative, riducendo il proprio coinvolgimento diretto e questo per mancanza di voglia.
Ma spesso questo diverrà un problema sulla gestione dei costi tra amministratore e consiglieri condominiali.
5. Come migliorare la partecipazione e la negoziazione
Per migliorare la dinamica dell’assemblea e incentivare una partecipazione più equilibrata e costante, sarebbe utile adottare alcune pratiche:
- Educazione alla negoziazione: Promuovere una cultura della negoziazione e del compromesso può aiutare i condomini a evitare scontri e a trovare soluzioni condivise. Strumenti come la mediazione condominiale oppure il nostro corso in tecniche di negoziazione, possono essere utili per risolvere i conflitti prima che diventino insormontabili.
- Maggiore coinvolgimento tra un’assemblea e l’altra: Creare gruppi di lavoro o comitati condominiali potrebbe favorire una partecipazione più attiva durante l’anno. Questi gruppi potrebbero occuparsi di specifici aspetti della vita condominiale, distribuendo meglio i carichi e responsabilizzando i condomini.
- Comunicazione costante: Mantenere una comunicazione più continua e trasparente tra l’amministratore e i condomini, attraverso report o aggiornamenti periodici, può contribuire a coinvolgere di più gli abitanti e farli sentire parte attiva della gestione.
Conclusioni
La tendenza dei condomini a imporre il proprio punto di vista durante l’assemblea senza negoziare, per poi disimpegnarsi durante l’anno, è un fenomeno complesso che coinvolge dinamiche psicologiche, sociali e organizzative. Per migliorare il clima condominiale e incentivare una partecipazione costante e collaborativa, è essenziale promuovere una cultura del dialogo, del compromesso e della responsabilità condivisa. Solo così sarà possibile superare l’inerzia post-assemblea e garantire una gestione più equa ed efficiente del condominio.